La posa della prima pietra dello Spazio InOltre
È stata una cerimonia di grandissimo impatto emotivo quella che si è tenuta lo scorso 4 ottobre a Baranzate per la posa della prima pietra dello spazio Inoltre, un importante progetto di rigenerazione sociale per favorire accoglienza, solidarietà e multiculturalità.
L’idea di posare come prima pietra una maceria recuperata di Pieve Torina è stata di Don Paolo Steffano, dopo aver visitato la nuova scuola realizzata nel comune terremotato grazie alla raccolta fondi coordinata dal gruppo di Succisa Virescit, il gruppo d’imprenditori che ha curato la raccolta fondi e la realizzazione dell’immobile.
L’intraprendente parroco di Sant’Arialdo, prete in prima linea nel difficile comune di Baranzate a pochissimi km dal centro di Milano ha voluto che proprio da una rovina partisse l’edificazione di un importante progetto d’inclusione, trasmutando un simbolo di sofferenza e distruzione in un segno di rinascita e di speranza.
Una vicinanza ideale e una comune tensione verso la costruzione di un futuro migliore, testimoniate anche dalla presenza, del sindaco del comune terremotato Alessandro Gentilucci, dell’assessore Giancarlo Ciuffetti, di Giordano Cantori, Giuliano De Minicis, Tonino Dominici, Sandro Paradisi e Cesare Tomassetti, in rappresentanza di Succisa Virescit.
Baranzate è una realtà in cui convivono ben 76 diverse etnie, la percentuale di stranieri supera il 33% e il reddito medio pro capite è il più basso in tutta la provincia di Milano.
Tutto nasce nel 2018 grazie alla donazione di Diana Bracco di un ex capannone industriale, in via Fiume, che già da otto anni ospita attività a favore della comunità distribuendo beni di prima necessità e spazi dedicati ad attività sociali e aggregative. Nel febbraio del 2019 l’associazione La Rotonda, che ha acquisito gli spazi, insieme alla Fondazione Bracco hanno dato vita alla Fondazione InOltre grazie anche al contributo della Fondazione Sacra Famiglia e della Parrocchia Sant’Arialdo.
La posa della prima pietra ha segnato il primo passo per realizzare il progetto “InOltre – in quartiere Oltre i margini”, che ha l’obiettivo trasformare questo spazio in un luogo generativo per l’intera comunità e contribuire alla sua crescita seguendo un modello basato su accoglienza, solidarietà e multiculturalità. “Oggi siamo alla posa della prima pietra e ci siamo arrivati grazie allo sguardo lungimirante di Diana Bracco che, seguendo lo spirito imprenditoriale, ha saputo scommettere su un luogo povero ma ricco di relazioni” – ha dichiarato Don Paolo – “Il suo esempio ha attratto altri sguardi che avevano già contribuito a sostenere Baranzate: Paolo Barilla, Fondazione Cariplo, Opera San Francesco. Questo spazio nasce portando a maturazione relazioni importanti e generandone di nuove. La prima pietra che oggi posiamo è un simbolo che arriva da lontano, dal Comune di Pieve Torina nelle Marche, un piccolo centro ferito dal sisma del 2016 dove persone, imprese e istituzioni hanno trovato il coraggio e la forza di prendersi cura di un territorio per rigenerarlo là dove si era reciso”.
Alla cerimonia sono intervenuti Diana Bracco Presidente della Fondazione Bracco, Paolo Barilla Fondazione 13 marzo, Samantha Lentini Fondazione La Rotonda, l’Architetto Anna Frei e Monsignor Luca Bressan che ha portato i saluti dell’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini. Un momento particolarmente coinvolgente per la rappresentativa marchigiana è stata la scopertura della stampa che raffigura un dettaglio della pala del Perugino “Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo Maggiore”, restaurata grazie al contributo dell’Accademia della Tacchinella. L’immagine, che sarà esposta all’interno dello spazio InOltre di Baranzate, rappresenta un ulteriore e significativo segno del profondo legame tra realtà apparentemente lontane ma accomunale da progetti di rinascita e rigenerazione sociale e urbana. Con l’auspicio di trovare – per citare ancora le parole di Don Paolo Steffano – “altre persone che possano scommettere, realtà disponibili a mettersi in gioco, a rischiare, custodendo certo i beni di lusso, ma anche avventurandosi nel lusso del Bene”.