MICROSCULPTURE AT AN EXHIBITION
Parafrasando il titolo Picture at an exhibition della più celebre composizione per pianoforte del musicista russo Modest Musorgskij (indimenticabile la versione orchestrata in chiave rock dal gruppo progressive Emerson, Lake & Palmer e registrata live in un concerto alla Newcastle City Hall, il 26 marzo 1971), ci piace introdurre il tema cui sarà dedicata quest’ennesima puntata del nostro blog precisissimo. Si tratta, invero, di argomento quanto mai inusuale, il cui legame con la precisione (che è il filo conduttore, assieme all’equilibrio dinamico, dei nostri appuntamenti mensili) non è poi di così immediata intuizione. Protagonisti di queste pagine, infatti, stavolta saranno coleotteri, imenotteri, lepidotteri, ditteri, neurotteri, rincoti e così via. Insetti in mostra dal 27 maggio fino a ottobre 2016 presso l’Oxford University Museum of Natural History, nel Regno Unito. Fin qui nulla di strano, si obietterà, se non fosse per il fatto che le simpatiche bestiole, dalle dimensioni che normalmente si aggirano nell’ordine di pochi centimetri, sono esposte in macrofotografie di circa 3 metri di larghezza. L’idea è dell’inglese Levon Biss, famoso fotografo sportivo le cui immagini sono state usate per le campagne pubblicitarie di prestigiosi brand e che spesso e volentieri campeggiano sulle copertine di magazine del calibro del Time. Biss ha messo a punto un processo fotografico, per il suo studio sugli insetti, in cui il concetto di precisione assume livelli di sublimazione mai raggiunti fino a oggi. Ogni immagine dal progetto Microsculpture è ottenuta da circa 8000 singoli scatti. L’insetto viene posto sul supporto di un microscopio adattato a un obiettivo 10x, collegato a sua volta, tramite un primo obiettivo 200 millimetri a una fotocamera da 36 megapixel. L’insetto viene suddiviso in circa 30 sezioni diverse, a seconda della dimensione del campione. Ogni sezione è illuminata in modo diverso con luci stroboscopiche per far risaltare la micro bellezza scultorea di quel particolare del corpo. Una guida automatizzata, sposta il soggetto da fotografare di soli 10 micron (per intenderci, la lunghezza di due globuli rossi) dopo ogni scatto. Il processo continua fino a quando è completata l’intera superficie. Fotografare un singolo insetto può richiedere fino a 30 ore. Poi c’è una settimana o due di lavoro col Photoshop per riunire i fotogrammi e creare l’immagine finale. Le fotografie, che catturano in dettaglio mozzafiato la bellezza del mondo degli insetti, sono infine stampate in formati di grandi dimensioni per fornire al pubblico un’esperienza visiva indimenticabile.
Il progetto ha origine nel 2014, quando Bliss un po’ annoiato dalla sua attività di ritrattista sportivo e desideroso di trovare qualcosa di diverso, fotografò per la prima volta un coleottero trovato in giardino da suo figlio di sei anni.
Dopo aver sottoposto la visione delle sue foto al Museo dell’Università di Oxford di Storia Naturale, l’idea piacque tanto che gli fu permesso l’accesso alla collezione di 5 milioni di esemplari. In collaborazione con l’entomologo James Hogan prepararono una dozzina d’insetti, i cui particolari si prestavano a suggestioni affascinanti. Per Hogan: “È stato un incontro tra arte e scienza, una vera e propria collaborazione […] Non credo che le immagini di insetti siano state mai stampate in questa dimensione e risoluzione prima d’ora […] Microsculpture rivela un mondo di meraviglia di bellezza, che vi farà vedere le foglie mangiate delle piante del vostro giardino con occhi nuovi […] In ogni singola fotografia d’insetto io sto scoprendo qualcosa di nuovo e in 40 anni d’attività non ho mai visto tante cose nuove come in questi giorni”.