Tutto vibra, in equilibrio
Il nostro blog ospita il racconto del musicista Samuele Garofoli sull’inusuale fusione tra la musica e i suoni dell’azienda
“Metalli, Preziosi. L’arte di trasformare l’ordinario in straordinario”. Era questo il tema della presentazione dell’Integrated Reporting 2022 di Paradisi, che ha segnato un punto di incontro tra il mondo dell’industria e dell’arte, tra i nostri tecnici e gli studenti del Liceo artistico “Edgardo Mannucci” di Jesi che hanno trasformato metalli comuni come l’ottone e l’acciaio in autentici gioielli.
La mostra “Metalli Preziosi” che ne è scaturita è stata resa ancora più suggestiva grazie all’happening dei musicisti Samuele Garofoli e Stefano Coppari che, suonando la tromba, il flicorno e la chitarra, hanno creato un inedito accompagnamento basato su suoni “campionati” durante l’attività di torneria in azienda. Un’esibizione di grande originalità e altissimo livello che ha rappresentato un «equilibrio tra rumore e silenzio, ritmo e melodia, uomo e macchina, corpo e metallo. Non una regola, un protocollo, una legge, un dogma ma un confronto tra elementi apparentemente immutabili e assoluti ma che fluiscono senza sosta e senza mai ripetersi nel tempo» – sono le parole con cui i musicisti hanno descritto la loro composizione.
«La musica per questo progetto – spiegano ancora i protagonisti – nasce proprio osservando i processi, i percorsi di trasformazione che l’equilibrio dell’uomo e quello della natura sanno porre in essere quando si incontrano. Rumore e silenzio, ritmo e melodia, uomo e macchina, corpo e metallo: tutto vibra, in equilibrio».
Il concetto di “metalli e preziosi” ha esaltato il lavoro innovativo, creativo e artistico dei musicisti, in parallelo con quello degli studenti, dimostrando che il vero valore delle cose risiede nel talento, nella visione originale e nella capacità di rompere schemi e convenzioni del quotidiano, senza mai perdere di vista il filo conduttore della precisione e dell’equilibrio dinamico.
Proprio seguendo questa intuizione, abbiamo chiesto a Samuele Garofoli di raccontarci il percorso che ha portato all’inusuale commistione tra mondi, solo all’apparenza, tanto distanti tra loro.
Se dobbiamo ragionare sulla precisione in un lavoro musicale abbiamo almeno due ordini di pensiero da esplorare entrambi presenti nella performance per i gioielli Paradisi.
Il primo riguarda essenzialmente il dilemma su quale sia l’unità di misura della creatività, delle idee, del pensiero musicale e, se mai esistesse, in base a quali parametri sia possibile definire (con precisione) se una musica sia più o meno precisa. Riassumendo: precisa in cosa e precisa per cosa?
PRECISIONE DI ESECUZIONE
È questa la più facile da individuare, quella a cui culturalmente siamo abituati. La precisione di esecuzione può essere oggettiva e misurabile: riguarda soprattutto l’intonazione e il ritmo. Quasi tutte le persone che ascoltano musica si accorgono quando un cantante “stona” o qualcuno va “fuori ritmo”. Il nostro cervello è capace per attitudine all’ascolto e per doti naturali di percepire le relazioni tra i suoni e tra i ritmi e capire se la musica funziona in tutti questi aspetti.
PRECISIONE EMOTIVA
Quando si parla di creatività, di idee, di pensiero, di musica, paradossalmente la precisione vale quanto la non-precisione semplicemente perché le sensazioni che si provano davanti a opere dove viene identificata una certa precisione suggeriscono sensazioni, mentre quelle di fronte a opere che non mostrano particolare precisione ci fanno provare sensazioni diverse.
Quindi nel nostro caso esiste almeno un’altra accezione del termine precisione e che non coinvolge il misurabile ma si riferisce alla scelta di sonorità adatte a raccontare determinate sensazioni o emozioni.
Qui il discorso si fa particolarmente interessante perché il termine precisione non si lega ad aspetti tecnici come intonazione, ritmo, esecuzione ma alla facoltà che possono avere determinate musiche di suggerire con “precisione” emozioni, suggestioni, sfumature del nostro essere che difficilmente potremmo esprimere con le parole.
È il ruolo vero della musica questo che dovrebbe essere interpretato con estrema attenzione e che determina la qualità dell’opera d’arte e della sua intrinseca capacità drammatica e narrativa.
Nella performance in Paradisi abbiamo cercato di raccontare quello che abbiamo provato quando ci è stato illustrato il progetto, quando abbiamo visto le macchine che modellano il metallo apprezzandone i risultati e soprattutto quando abbiamo parlato con le persone che governano e “ispirano” tutti i processi produttivi.
Ci siamo immaginati il lavoro che sta prima, durante e dopo, il coraggio di affrontare una sfida, l’orgoglio di riuscirci, la modestia nel ricominciare tutto ogni volta.
Per farlo anche noi ci siamo fatti aiutare dalle macchine dell’azienda: siamo stati a registrare i suoni che emettevano, abbiamo provato stupore, entusiasmo nell’ascoltarle e nel tentare di capirne i cicli con cui si presentavano nelle varie fasi di lavorazione. Poi ci siamo improvvisamente accorti dell’orgoglio e dell’amore con cui ci venivano raccontati i processi produttivi da tutte le persone che abbiamo incontrato e qui è nata l’empatia che ha definito i termini del nostro racconto musicale.
Per questo sono state usate sia la tecnica dell’improvvisazione, imprecisa per natura, che musiche appositamente composte, oltre a una base creata a partire dai suoni dei macchinari precedentemente registrati.
La struttura della nostra composizione parte dalla prima cosa che ci ha colpito, i rumori delle macchine. Con i nostri strumenti ne abbiamo imitato i suoni interagendo con la loro registrazione ma poi l’umanità ha preso forma con una prima melodia che voleva rappresentare il lavoro e l’apporto umano e poi una seconda melodia che abbiamo creato pensando proprio all’orgoglio dell’uomo al raggiungimento dei risultati. In chiusura, il ritorno ai rumori va interpretato come il ricominciare volta per volta tutto il processo per un nuovo lavoro e altro orgoglio.
Un racconto delle nostre emozioni. E se a qualcuno fosse piaciuta la nostra musica è perché abbiamo toccato alcune intime corde. Con precisione.
Ascolta la performance musicale